[section_title title=L’insostenibile leggerezza dei social network]
Nonostante questo tumultuoso sviluppo, i social network continuano a essere utilizzati in modo superficiale da tutte le tipologie di utenti, dal top manager al politico, dalle agenzie di comunicazione ai media, dagli utenti finali alle imprese e alle Istituzioni, indifferentemente.
Gli utenti sembrano non preoccuparsi delle possibili conseguenze in termini di perdita di dati personali, stalking, cyber bullismo, furti di identità, frodi di ogni genere, spionaggio e attacchi da parte di cyber criminali, nonostante nel nostro Paese nel 2012 il 40 per cento degli utenti adulti di Internet siano stati raggiunti da qualche forma di minaccia informatica, circa la metà delle quali veicolate tramite social network.
Desta preoccupazione l’adozione spesso improvvisata dei social network da parte delle nostre Pmi e di molte Pubbliche Amministrazioni che si espongono a gravi rischi di compromissione dei propri sistemi e di furto di dati sensibili lanciandosi senza protezioni di sorta in quella che è diventata una vera e propria “jungla” digitale.
Infine, la mancanza di linee guida e di normative specifiche lascia margini di discrezionalità troppo vasti e non supporta chi si occupa di social business security, dato che la mancanza di oneri specifici porta molte organizzazioni a sottovalutare i rischi, assumendo un atteggiamento attendista che aumenta in modo eccessivo l’esposizione ai rischi.
Purtroppo, è sufficiente ricevere un’e-mail di questo tipo e cliccare sul contenuto, per essere compromessi da malware quali Citadel, Zeroaccess, o Black Hole e diventare vittime di ogni genere di abusi.
Allo stesso modo, ciascun link pubblicato sulla bacheca di Facebook (o in un Tweet) da un presunto “amico”, può condurre allo stesso risultato.
Quando si legge che lo spam tradizionale nel 2012 è diminuito di oltre il 50 per cento, bisogna ricordare che non è scomparso, ha solo cambiato modalità di diffusione migrando sui social network, tramite i quali vengono inviati miliardi di messaggi malevoli come quelli riportati, in molte centinaia di varianti (spesso sfruttando l’attualità), che colpiscono milioni di persone ogni giorno.