Extreme Networks ha affidato a Verizon Business, divisione di Verizon, l’installazione delle soluzioni di connettività WiFi nello stadio Anfield del Liverpool FC, nell’ambito della partnership tra Extreme e il club della Premier League.
La partnership tra Extreme Networks e Verizon Business è stata annunciata all’inizio dell’anno, e ha l’obiettivo di sviluppare le migliori soluzioni di connettività e di network insight per le grandi infrastrutture e gli stadi in Europa e in Asia. Le due aziende hanno già fatto implementazioni congiunte per organizzazioni come NFL, NHL e NASCAR.
Il progetto per lo stadio Anfield del Liverpool FC è basato su access point Extreme WiFi 6 che offrono connettività di alta qualità e bassa latenza, necessaria per una nuova esperienza di fruizione da parte dei tifosi, basata su servizi come mobile ticketing, acquisti online e pagamenti con carta, e streaming video.
Fondato nel 1892, il Liverpool Football Club è il club britannico di maggior successo di tutti i tempi, con 19 campionati e sei coppe europee. Oggi lo stadio Anfield ha una capacità di 54.000 posti a sedere, e dopo la ristrutturazione potrà ospitare più di 61.000 tifosi entro l’inizio della stagione 2023/24.
Nell’ambito della partnership con Extreme, il Liverpool FC utilizzerà il software ExtremeAnalytics per ottenere informazioni in tempo reale su dati quali il traffico in rete e l’uso delle app all’interno dello stadio. Inoltre, ExtremeCloud consentirà il monitoraggio della capacità e dell’efficienza della rete WiFi, l’analisi dei dispositivi e la visibilità sulla salute, le prestazioni e la sicurezza della rete.
Come sottolineato in una nota ufficiale da Massimo Peselli, Chief Revenue Officer di Verizon Business: «Grazie alla tecnologia Extreme, trasformeremo lo stadio Anfield nel luogo in cui l’esperienza digitale nello stadio sia la migliore della categoria. Portiamo la nostra esperienza nelle principali sedi di tutto il mondo, e abbiamo l’obiettivo di aiutare i team europei ad allinearsi con l’utilizzo delle tecnologie che è ormai comune a molti sport negli Stati Uniti e in Canada».