24 miliardi di euro persi ogni anno a causa dell’inadeguatezza e dell’inefficienza dei sistemi It, 7 dei quali generati da una gestione non corretta delle stampanti o da una scelta non adeguata delle tecnologie di stampa. Questo dato emerge da un’indagine commissionata da Epson nei cinque maggiori mercati europei, ovvero Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.
La survey è stata condotta dall’Istituto di ricerca indipendente Coleman Parkes Research su 1.250 decision maker dell’area IT e ha messo in evidenza come tutto quello accennato sopra abbia delle ripercussioni negative anche sulla competitività e sul lavoro delle persone.
Prendendo in considerazione le stampanti, le tre problematiche che più frustrano i dipendenti sono gli inceppamenti della carta, la bassa velocità di stampa e la posizione centralizzata delle stampanti, che nonostante obblighi le persone a lasciare le scrivanie per recuperare i fogli, con le conseguenze che si possono ben immaginare, è un sistema ancora in uso nel 51% delle aziende.
Quando invece è stato chiesto quali sono le principali frustrazioni legate alla tecnologia di stampa da un punto di vista aziendale, la situazione cambia e costi e affidabilità balzano in primo piano: il 46% delle società ha infatti indicato nel costo dei consumabili il problema principale, mentre il 43% nell’affidabilità e il 33% nella qualità di stampa. Questi dati non sorprendono, dal momento che così tante aziende ancora impiegano soluzioni di stampa centralizzata.
“E’ anche per dare una risposta a queste esigenze – commenta Davide di Scioscio, Business Manager prodotti business di Epson Italia – che in Espon abbiamo sviluppato la tecnologia RIPS, Replaceable Ink Pack System. Le nostre nuove stampanti WorkForce Pro dotate di sistema RIPS abbattono i costi grazie alla presenza di taniche di inchiostro che hanno una capacità di 75mila pagine, fin dalla prima installazione”.
“In questo modo le aziende riducono momentaneamente i costi legati al magazzino consumabili e alla sua gestione. Le realtà e gli uffici con una media di 2.000 stampe mensili si ritrovano con la possibilità di coprire l’intero ciclo di vita della stampante con le taniche originali – prosegue di Scioscio -. Oltre al risparmio economico, la nostra soluzione permette di avere anche un impatto ambientale talmente basso da poter essere considerato trascurabile”.
Tecnologie inadeguate o superate possono ridurre l’affidabilità del prodotto e gli eventuali guasti o interruzioni costano cari alle aziende: dalle risposte degli intervistati è emerso che ogni dipendente perde mediamente 14,7 minuti al giorno. Ma se questa sembra una quantità di tempo non eccessiva o trascurabile, prendendo in considerazione il numero complessivo degli impiegati e lo stipendio medio si arriva alla cifra considervole di cui parlavamo all’inizio, quei 24 miliardi di euro persi per inefficienza, 7 dei quali direttamente legati alla funzione stampa. Una cifra importante, che dovrebbe portare tutti a porsi degli interrogativi relativi all’importanza dell’investimento strategico verso soluzioni di stampa più appropriate e una migliore organizzazione del parco stampanti.