Si intitola “Misurare e analizzare le differenze inventariali: linee guida per il settore retail e GDO” lo studio realizzato da Crime&tech, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Transcrime, grazie al supporto di Checkpoint Systems.
La ricerca ha investigato il tema delle differenze inventariali nel settore retail e GDO suggerendo delle strategie per garantire un effettivo miglioramento nel processo di gestione delle perdite e quindi ottenere una maggiore efficienza aziendale adottando un approccio sistematico al problema.
Questo studio riprende e amplia alcuni degli spunti che già a fine 2020 erano stati evidenziati da un’analisi del settore della GDO.
Le buone pratiche di rilevazione e analisi delle differenze inventariali
Lo studio si pone come obiettivo l’identificazione di buone pratiche che possano aiutare le aziende a impostare o migliorare il proprio sistema di rilevazione e analisi delle differenze inventariali evidenziando l’esigenza di un approccio metodologico ben definito e sistematico.
Ciò è stato possibile attraverso la raccolta di varie esperienze nazionali e internazionali e una serie di interviste individuali a più di 30 professionisti in rappresentanza delle principali aziende del settore Retail e GDO in Italia, coprendo diversi settori merceologici e formati di punto vendita, per un totale di più di 13.500 punti vendita su tutto il territorio nazionale.
In particolare, lo studio ha evidenziato:
L’esistenza di quattro principali fasi da seguire per garantire la gestione efficace del fenomeno delle differenze inventariali che consistono in: mappare le cause di queste differenze, raccogliere e analizzare i dati, investigare e stimare il fenomeno e adottare le corrette contromisure;
L’importanza di mappare i processi e le potenziali cause di perdita per orientare la raccolta di informazioni e aumentare la consapevolezza dei rischi connessi a tutti i processi in cui i prodotti vengono movimentati e gestiti;
La raccolta di dati affidabili da fonti interne o esterne all’azienda è imprescindibile per comprendere il problema e intervenire efficacemente. I dati sono ritenuti affidabili se dotati di cinque caratteristiche fondamentali: accuratezza, ossia corrispondenza alla realtà effettiva; credibilità, quindi provenienza da fonti certe; attualità, quindi rappresentazione di una situazione vicina a quella attuale; coerenza, ossia assenza di contraddizioni rispetto ad altre informazioni; e completezza, ossia presenza di tutti gli attributi necessari per l’analisi;
La necessità di utilizzare un approccio investigativo per sistematizzare e potenziare le informazioni raccolte, andando a integrare l’inventario, la fonte primaria di informazioni, con altri dati di origine interna ed esterna, al fine di meglio comprendere dove si generano le perdite;
La possibilità, in questo modo, di ridurre l’impatto della componente sconosciuta (ossia quella quota di ammanchi per la quale non è possibile stabilire con certezza le cause), andando a identificarne eventuali cause e riducendo al minimo la percentuale di questa componente fisiologica;
La centralità, in relazione alla componente conosciuta delle differenze inventariali, di un’analisi capace di quantificare le perdite associabili ad ogni causa potenziale e di individuare i punti vendita o processi più vulnerabili al fine di identificare le soluzioni più adatte a combattere sia le cause di natura criminale (con un incremento della security) sia le cause di natura operativa (attraverso l’analisi e il miglioramento dei processi);
La possibilità di ottenere una riduzione significativa delle perdite solo attraverso l’applicazione di questo approccio sistematico e analitico, scegliendo contromisure adeguate alla natura dei prodotti ma anche in relazione alle specificità di ogni azienda come la conformazione dei punti vendita, i benefici e limiti strutturali alle soluzioni adottate, la complessità della supply chain, le modalità di vendita e la formazione del personale.
In conclusione, lo studio ha evidenziato l’importanza di adottare una strategia evidence-based rispettando le tre condizioni fondamentali di disponibilità dei dati, conoscenza dei metodi di analisi e coinvolgimento di tutti gli attori in modo da costruire un percorso adatto alle specificità del proprio settore, ma che consideri anche delle linee guida comuni basate su standard condivisi.
Appuntamento a luglio e novembre per le prossime due fasi
Questo studio è parte di un progetto più ampio che proseguirà, articolandosi in due ulteriori fasi, ognuna delle quali si concluderà con un evento di presentazione di alcuni documenti di volta in volta a disposizione, sui siti di Crime&tech e Checkpoint Systems.
Luglio 2021 – Pubblicazione di un vademecum per favorire una “cultura aziendale” in cui diverse figure all’interno delle aziende sono coinvolte nella gestione delle differenze inventariali;
Novembre 2021 – Presentazione del report finale “La sicurezza del retail in Italia”, dove saranno raccolti e analizzati dati, statistiche, e altri aspetti qualitativi e quantitativi, legati al fenomeno delle differenze inventariali e alla sicurezza del settore Retail e GDO in Italia.