Luca Cassani (nella foto), Corporate Sustainability Manager di Epson Italia, ha reso noto un dato eclatante emerso dalla seconda ricerca globale Climate Reality Barometer secondo cui la crisi climatica e tra le prime tre preoccupazioni indicate dalle persone intervistate insieme a crisi economica e aumento dei prezzi.
Proprio in occaseione del suo intervento al Salone della CSR, Cassani ha parlato di quello che nelle persone sembra essere un “deficit di percezione della realtà“, perché nonostante i drammatici cambiamenti climatici in corso in tutto il mondo, il 48% degli oltre 26.000 intervistati (ma solo il 25,2% in Italia, forse a causa dell’evidenza dei cambiamenti in atto) si è dichiarato ottimista sulla possibilità di evitare la catastrofe climatica nell’arco della vita.
L’impegno di Epson per diventare carbon negative
Come commentato da Cassani: «Se vogliamo invertire la tendenza è imperativo che si intraprenda seriamente la strada verso le emissioni negative, una meta che Epson ha dichiarato di voler raggiungere nel 2050, eliminando anche l’utilizzo di materie prime vergini».
Per i prossimi 10 anni l’azienda giapponese ha stanziato circa 800 milioni di euro proprio con queste finalità. «È un investimento che non ci farà aumentare il fatturato – ha aggiunto Cassani – ma ci permetterà di rimanere sostenibili nel lungo periodo».
Per raggiungere questo obiettivo è necessario un fattore abilitante che Epson ha individuato nel binomio “innovazione e sostenibilità“, necessario per ottenere la riduzione dell’impronta ambientale secondo un approccio validato dal Science Base Target (SBT). Ecco quindi diverse innovazioni di processo, per esempio lo sviluppo di un nuovo materiale chiamato “pararesin” che permetterà di evitare l’utilizzo di 200.000 tonnellate di plastica da qui al 2030. Epson ha inoltre annunciato da tempo che entro il 2023 tutte le sedi mondiali del gruppo soddisferanno il loro fabbisogno di energia elettrica con forniture provenienti da fonti rinnovabili al 100%: ciò consentirà di diminuire le emissioni di CO2 di 350.000 tonnellate all’anno.
L’innovazione che sta cambiando il paradigma della stampa
Cassani ha infine evidenziato come, attraverso l’innovazione continua, l’azienda abbia saputo sviluppare la tecnologia di stampa Heat Free che non usa calore e consuma fino al 90% in meno di energia rispetto al laser, oltretutto con molte meno parti da sostituire durante la vita utile della stampante e quindi con meno produzione di rifiuti.
A questa innovazione si aggiunge quella delle stampanti EcoTank, che non hanno cartucce, ma capienti serbatoi di inchiostro che permettono di stampare molte migliaia di fogli prima del rifornimento: una soluzione che sta rivoluzionando il mondo del printing e che ha permesso di risparmiare oltre due milioni e duecentomila tonnellate di CO2.