Per un’efficace strategia di prevenzione e contrasto delle differenze inventariali nella GDO serve migliorare la conoscenza del fenomeno e individuare standard settoriali di definizione e classificazione.
È quanto emerge dai risultati del nuovo studio condotto da Crime&tech, spin-off di Università Cattolica del Sacro Cuore – Transcrime, con il supporto di Checkpoint Systems.
Lo studio approfondisce le modalità e le strategie con cui i gruppi della GDO in Italia affrontano il problema delle differenze inventariali. Le informazioni sono state raccolte tramite interviste individuali e un focus group, coinvolgendo un campione di aziende della GDO che rappresenta più del 40% del fatturato del settore a livello italiano includendo un totale di più di 7.500 punti vendita tra store di prossimità, supermercati, ipermercati e cash&carry su tutto il territorio nazionale.
Tra i principali risultati, il rapporto rileva che:
Le differenze inventariali rappresentano un tema complesso che coinvolge diverse funzioni aziendali. Le cause infatti possono essere di natura operativa, derivanti da errori o inefficienze nei processi interni, e di natura criminale, derivanti da comportamenti illeciti da parte di clienti, personale interno o fornitori esterni;
La maggior parte delle aziende tende ad attribuire la quota di differenze inventariali sconosciute a cause di origine criminale. Tuttavia, questo può essere fuorviante senza un’analisi preliminare, specialmente in un settore come la GDO;
L’assenza di standard condivisi riguardo la definizione e la misurazione delle differenze inventariali può creare problemi di comparabilità e definizione di benchmark comuni per il settore;
Le strategie di contrasto adottate dalla maggior parte delle aziende si basano sulla riduzione delle differenze inventariali di natura criminale, con il coinvolgimento della sola security e/o di altre aree dell’azienda. Il contrasto delle differenze di natura operativa, invece, rappresenta una priorità per un numero inferiore di aziende;
Migliorare la produzione, l’integrazione e l’analisi dei dati provenienti dalla rete di vendita e dai magazzini tramite tecnologie innovative e la formazione dei dipendenti potrebbe incrementare l’efficacia delle suddette strategie;
Il contrasto alle differenze inventariali di natura criminale si concentra su tre aree principali: protezione del punto vendita da minacce esterne, protezione del singolo prodotto, e analisi dei dati per identificare fenomeni di infedeltà e frodi;
L’emergenza COVID-19 ha causato, secondo la percezione più diffusa, un calo generale delle differenze inventariali di origine criminale, anche se in alcuni casi è stato rilevato un aumento dei casi di infedeltà interna.
Come sottolineato in una nota ufficiale da Marco Dugato, Amministratore di Crime&tech e Ricercatore di Transcrime: «Questo studio rappresenta un ulteriore passo verso una migliore comprensione del fenomeno delle differenze inventariali nella GDO, nelle dimensioni legate all’operatività aziendale e ai fenomeni di natura criminale. L’obiettivo per il futuro è che le informazioni raccolte in questo report possano servire da punto di partenza per la creazione di uno standard di definizione e classificazione delle differenze inventariali comune a tutti i retailer».
Per Alberto Corradini, Business Unit Director di Checkpoint Systems Italia: «Ancora una volta Checkpoint Systems supporta la ricerca sulle perdite nel retail. Crediamo sia molto importante per gli operatori del settore e per chi si occupa di sicurezza valutare e definire le proprie strategie di prevenzione delle perdite, riducendo i furti e migliorando l’esperienza del cliente. In questo anno così atipico e sfidante trovare delle best practice e stabilire una metodologia per valutare le differenze inventariali sono ancor più delle necessità e siamo sicuri che creare occasioni in cui i retailer possano confrontarsi, condividendo i propri punti di vista ed esperienze, possa essere estremamente utile in vista di un futuro sempre più omnicanale e tecnologico».