Nel mondo della progettazione industriale si stanno diffondendo sempre più i software di Reverse Engineering, i quali sono considerati uno strumento fondamentale per il corretto svolgimento dei processi industriali con la garanzia di una precisione realizzativa impeccabile.
Che cosa sono, dunque, questi speciali software? Prima di rispondere è necessario fare una premessa.
Cosa sono e a cosa servono i software CAD
Ciò che è utile sottolineare è che i software di Reverse Engineering rientrano nella più ampia categoria di software CAD, acronimo inglese che può essere utilizzato in riferimento a due concetti distinti, sebbene affini, ovvero Computer Aided Drafting e Computer Aided Design.
I software CAD sono lo strumento base per la realizzazione del cosiddetto disegno meccanico, ovvero quelle attività di progettazione, eseguite rigorosamente in modalità digitale, dalle quali possono scaturire i successivi processi industriali.
Le attività di progettazione sono sempre state molto importanti nell’industria, tuttavia oggi i grandi sviluppi della tecnologia consentono di eseguirle interamente in maniera informatica (tramite appositi software, appunto) e soprattutto garantendosi dei livelli di precisione estremi, che in un passato non lontano erano impossibili da raggiungere.
Per questo motivo, dunque, i software CAD sono ormai divenuti il “pane quotidiano” per tantissime realtà industriali, essendo appunto lo strumento tramite cui professionisti specializzati, i cosiddetti disegnatori meccanici, sono oggi in grado di compiere il loro lavoro.
Software di Reverse Engineering: cosa li distingue dai software CAD in senso stretto?
I software di Reverse Engineering, dunque, rientrano nella categoria dei software CAD, ma cosa li distingue dai software CAD canonici?
Come detto, i software CAD sono fondamentali per le fasi preliminari all’avviamento della produzione, essendo appunto dei programmi informatici dedicati alla progettazione, tuttavia in diverse realtà industriali tale processo non è sempre così lineare.
Può accadere, ad esempio, che si abbia la necessità di “tradurre” in un progetto digitale una lavorazione eseguita manualmente, in modo da poter procedere con le varie attività produttive, ed è proprio in questi casi che i software di Reverse Engineering sanno essere provvidenziali; in lingua inglese, d’altronde, “Reverse Engineering” significa proprio “ingegneria inversa”.
I software di Reverse Engineering, dunque, sono in grado di trasformare una realizzazione reale, anche eseguita manualmente, in un progetto digitale, il tutto con una precisione assolutamente massima; da tale progetto digitale è poi possibile eseguire al meglio tutti i successivi step previsti dalla procedura industriale.
Un settore in cui i software di Reverse Engineering sono particolarmente diffusi ed importanti è quello dell’Automotive: in industrie di questo tipo, infatti, le operazioni manuali condotte dagli operai sono frequenti, e in più punti del processo è opportuno che l’oggetto su cui si lavora sia trasferito su digitale in modo da eseguire le fasi successive con la certezza di una precisione estrema che, come si può ben intuire, è in questi casi assolutamente indispensabile.
Come funzionano questi software dal punto di vista tecnico
Dal punto di vista tecnico, i software di Reverse Engineering agiscono in questo modo: anzitutto l’oggetto d’interesse viene scansionato, dopodiché il programma informatico elabora, sul medesimo, il cosiddetto “mesh”, ovvero una superficie virtuale composta da una serie di piccolissimi reticoli di colore blu con la quale il modello viene riprodotto in formato digitale all’insegna della massima fedeltà.
È questo, dunque, il funzionamento che contraddistingue i software di Reverse Engineering, fermo restando che in commercio ne sono disponibili diversi, alcuni dei quali particolarmente evoluti: quelli proposti da Tebis, ad esempio, offrono diverse funzioni avanzate come la possibilità di eseguire sulla medesima piattaforma sia le attività di Reverse Engineering che la progettazione di superfici.