La fine dell’anno rappresenta da sempre il momento in cui si tirano le somme e si fanno bilanci su quello che è stato, ma contemporaneamente si aprono le porte al futuro e ci si interroga su quello che sarà. Se il 2013 per il comparto Ict non è stato un anno facilissimo, come sarà invece il nuovo anno che ci attende?
Opinioni autorevoli, e tutto sommato rassicuranti, arrivano dal Briefing Annuale di The Innovation Group, durante il quale è emerso che il 2014 sarà un anno migliore per l’industria globale dell’Ict rispetto a quello che si sta chiudendo.
Martin Hingley, un passato come Chief Research Officer in IDC EMEA, oggi CEO di ITCandor, ha evidenziato infatti segnali di ripresa per lo Spending Ict a livello globale, con un recovery più veloce per le aree Asia Pacific e US che non per l’EMEA.
L’andamento previsionale del mercato italiano è stato invece commentato da Roberto Masiero, Co-Founder e General Manager di The Innovation Group, che ha sottolineato le discontinuità che dobbiamo attenderci nel prossimo anno.
“Se si considera l’andamento del mercato It italiano negli ultimi 5 anni confrontato con l’andamento del PIL – ha affermato Masiero – si osserva che anche in presenza di un andamento altalenante del PIL, il mercato IT non è riuscito a riprendere quota, ma anzi è rimasto strutturalmente più debole. Questo gap si spiega per la compresenza di due elementi negativi. Da un lato una contrazione congiunturale della domanda, che potrebbe essere rimossa con una ripresa dell’economia reale, dall’altro lato, l’effetto di sostituzione di una nuova IT che cannibalizza il legacy, è che è in gran parte originata dalla disponibilità delle cosiddette disruptive technologies”.
L’erosione del mercato tradizionale che sta avvenendo da un lato con la disponibilità di servizi in Cloud (con danno di componenti hardware tradizionale come server e storage, ad esempio), dall’altro lato con il Mobile (che a sua volta comporta effetti di sostituzione sul fronte dei device utilizzati dagli utenti), fa sì che almeno all’inizio il mercato, così come è stato sempre misurato, vede soltanto un’erosione del venduto. Successivamente però, la disponibilità di innovazioni rilevanti sul fronte delle Digital Technologies, innescano l’avvio di tutta una serie di servizi innovativi e quindi di nuovi mercati, che nascono “fuori dall’It” convenzionale, in mercati adiacenti, originati dal mash up di dati e servizi interoperanti nel Cloud.
“Alcune analisi preliminari hanno evidenziato come si siano ormai formati 2 mercati distinti, o per lo meno con dinamiche distinte, che si possono ricondurre a tutto quello che è “tradizionale” e a quello che è “nuovo” – ha sottolineato Enrico Acquati, direttore della Ricerca di TIG -. La suddivisione indicata, se pur grossolana, in realtà evidenzia due ambiti, uno in declino da ormai alcuni anni ed uno al contrario in significativa crescita. Mantenerli separati, come in precedenza, o porli in un unico “contenitore” non permette di capire quali siano le reali dinamiche”.
Di conseguenza, il team di analisti TIG ha adottato una metodologia di analisi che parte dall’osservazione della formazione di due mercati distinti. Il risultato è che, a fronte di un valore totale stimato per il mercato digitale, al 2013, pari a oltre 30,6 miliardi di euro, con una variazione positiva dello 0,5% su base annua, al suo interno si hanno due trend divergenti: quello dell’It tradizionale che scende dell’8,5% e quello della New Digital Technologies che aumenta del 13,5%. E, infine, nel 2014 assisteremo anche a un superamento da parte del secondo sul primo, con il mercato NDT che diventa complessivamente più rilevante dell’IT tradizionale.