Brevi Spa ha vissuto il 2020 all’ennesima potenza. Da una parte Bergamo, sede del quartier generale Brevi, è stata inizialmente la zona più duramente colpita dalla violenza del Covid-19, dall’altra l’azienda ha registrato nel 2020 un volume di richieste senza precedenti.
L’anno che anche Brevi si è appena lasciata alle spalle, infatti, è un anno che nessuno potrà mai dimenticare: per le tragiche conseguenze del Coronavirus, per la drammatica emergenza sanitaria e per l’impatto della pandemia sulla vita di tutti noi. Ma anche per il ruolo fondamentale che la tecnologia ha rivestito in un frangente così delicato, fornendo un contributo decisivo per la sostenibilità dell’intero sistema e vivendo di conseguenza una stagione straordinaria in termini di domanda.
202 milioni di euro di fatturato a dispetto della pandemia
Sollecitazioni che hanno richiesto l’impegno straordinario di Brevi, spesso costretta a operare in condizioni particolarmente gravose, per il dilagare del virus e le giuste restrizioni imposte dalle normative. Ma con una risposta altrettanto straordinaria da parte di un gruppo di lavoro che ha fatto quadrato come non mai, per rispondere al meglio ai bisogni della clientela.
Uno sforzo importante e generalizzato – dal personale di sede agli staff dei 29 cash&carry – premiato da risultati eccezionali: Brevi ha infatti tagliato e superato il traguardo dei 200 milioni di euro di fatturato annuo, 202 per la precisione, registrando una crescita del 12% rispetto al fatturato 2019. Un risultato ancora più brillante se si considerano le lunghe fasi di shortage che hanno caratterizzato – per tutti indistintamente – la reperibilità di numerosi prodotti, a cominciare dai notebook: senza questa carenza di materiale la crescita sarebbe stata ancora più esponenziale, secondo Brevi.
I prodotti più richiesti sono stati quelli funzionali allo smart working e alla didattica a distanza, con i computer portatili a fare la parte del leone, nonostante le carenze già accennate: oltre 153 mila pezzi venduti e più di 58 milioni di euro di fatturato, contro le 110 mila unità e i circa 40 milioni dell’anno prima. Dati che, più di ogni altro, testimoniano l’eccezionalità della situazione, ma che trovano riscontro anche nei picchi di vendita registrati su altre categorie di prodotto. Al di là di alcune specificità, infatti, è stato tutto il comparto dell’Information Technology ad aver ricevuto un boost senza precedenti.
Menzione speciale per il brand di casa Winblu
Fra le crescite di quest’anno, una menzione speciale meritano i computer Winblu, il brand di desktop, workstation e server di casa Brevi, progettati e realizzati nel polo produttivo Brevi di Calto, in provincia di Rovigo, da anni certificato ISO 9001. Un marchio che nel 2020 ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori, sia per effetto della situazione generale ma anche per un rinnovato slancio impresso dal management aziendale, con una produzione mensile tornata sopra le mille unità e un futuro ricco di prospettive, compresa l’introduzione di una linea notebook firmataWinblu.
Un’altra citazione speciale va alla gamma server di HPE, che nel corso degli ultimi anni ha registrato un boom di vendite davvero impressionante, che è valso a Brevi il titolo di “Best SMB Partner per il Sud Europa” assegnato nell’evento corporate HPE di quest’anno.
Ai valori di vendita si associano performance altrettanto eccellenti negli altri parametri di business, a partire dall’aspetto finanziario: anche nel 2020 il canale IT ha confermato la propria assoluta solidità, con livelli di insolvenza davvero minimi, ribadendo la serietà e affidabilità che caratterizza la stragrande maggioranza degli operatori. Anche il valore medio di vendita si è alzato in maniera significativa, con ovvi benefici in termini di bilancio.
Anche nel 2020 Brevi si è confermato leader nel segmento cash&carry, da sempre il fulcro del modello distributivo dell’azienda di Grassobbio: la rete Brevi rimane la numero uno in Italia per numero di punti vendita, copertura territoriale e fatturato, confermandosi al vertice anche in termini di numerica, con più di 10 mila rivenditori serviti nel 2020.
Un autentico punto di riferimento per il canale IT tradizionale, ovvero per tutti quegli operatori del trade che – nel drammatico scenario della pandemia – si sono rivelati di vitale importanza, mettendo la propria professionalità, esperienza e disponibilità al servizio del bisogno di tecnologia. Altrettanto è stato per tutti i cash&carry Brevi, sempre aperti e disponibili, con il personale in prima linea al fianco della clientela, anche nei momenti più delicati della battaglia al virus. Un rapporto unico ed esclusivo che lega Brevi ai suoi rivenditori, attestato anche dai 3 prestigiosi riconoscimenti di CONTEXT (sondaggio ChannelWatch), che hanno visto Brevi Spa come più votata per il Servizio al Cliente, la Logistica e come Miglior Distributore a Valore.
In attesa di un lento ritorno alla normalità
Anche per il distributore orobico sono venute giocoforza a mancare le attività promozionali in-store e quelle di formazione e training realizzate nelle aule corsi dei punti vendita, sostituite queste ultime da iniziative a distanza, a partire dai classici webinar. Attività che l’azienda intende riprendere non appena le condizioni lo permetteranno, fedele alla mission di portare i vendor sul territorio, a contatto e a diretto supporto dei nostri partner.
Nonostante le difficoltà del periodo, Brevi non ha smesso di guardare al potenziamento della propria struttura e proprio sul finire dell’anno ha aperto un nuovo cash&carry a Napoli, 29esimo della rete e primo di un programma di aperture per allargare il raggio di azione anche al Sud Italia.
Uno sguardo (fiducioso) sul futuro dell’IT e del Paese
Stando a quanto sottolineato con l’invio del nuovo comunicato da parte di Marcello Molinari, storico Marketing Communication Manager di Brevi, “l’anno appena iniziato si presenta denso di speranze e di incognite, a cominciare da quelle relative al contenimento del virus e ai suoi effetti sull’economia. Di sicuro ci saranno da scontare ancora difficoltà nell’approvvigionamento prodotti, tuttora al di sotto delle effettive richieste: gli arrivi attuali sono spesso destinati all’evasione del back order e ci vorrà ancora tempo per una completa normalizzazione della situazione. Per contro l’impulso alla digitalizzazione e le nuove tendenze affermatesi nel 2020, smart working in primis, rappresenteranno ancora un potente fattore di propulsione per le vendite IT. Ma ogni prospettiva di sviluppo non potrà prescindere da un effettivo ritorno o riavvicinamento alla normalità, condizione indispensabile per pensare al futuro non solo dell’IT ma di tutto il Paese”.