È stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto Decreto fibra ottica (Dlgs 33/2016), approvato lo scorso 15 Febbraio, che attua la direttiva europea 61/2014 e che contiene nuove norme pensate per accellerare il processo di cablaggio e renderlo meno oneroso. In questo modo si cerca di combattere il digital divide, vera piaga del nostro paese e delle nostre aspirazioni digitali, raggiungendo con le migliori tecnologie di connessione anche i posti più isolati.
Cosa cambia con le nuove direttive
Le nuove direttive, dicevamo, si pongono come obiettivo quello di facilitare l’installazione delle reti di comunicazione ad alta velocità e vogliono farlo cercando l’uso condiviso dell’infrastruttura già esistente e abbattendo il costo delle nuove installazioni. Un modo per farlo riguarda la tassazione: gli operatori potranno essere tassati durante i lavori solo per occupazione del suolo pubblico e non potranno vedersi accollate altra tasse dai comuni.
Un’altra grossa novità riguarda le modalità di scavo. D’ora in poi, in caso di mancanza di infrastrutture preesistenti, gli operatori potranno utilizzare per i lavori di scavo tecnologie a basso impatto ambientale e di nuova generazione. Oltretutto, mentre prima per poter utilizzare le ultime novità bisogna aspettare nuovi interventi normativi, adesso a pensarci sarà un ente incaricato, ovvero l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
Anche cio che è contenuto nell’Articolo 3 del Decreto potrebbe accellerare, e non di poco, i lavori. Infatti, riguardo l’accesso alle infrastrutture fisiche già esistenti, il Decreto lascia a ogni operatore il diritto di offrire l’accesso alle proprie reti ad altri operatori ma limita le possibilità di rifiutarlo. Saranno liberi di negare il permesso, infatti, solo in caso di mancanza di spazio, di idoneità o di rischio per la sicurezza pubblica o per l’integrità della rete. Eventuali controversie verrano risolte con parere vincolante dall’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom).
In più, nascerà il Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture, una mappatura di tutte le reti di comunicazione elettronica veloce esistenti e delle infrastrutture che possono ospitarle. Il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà regolarne la creazione, il raccoglimento di dati e tutti i dettagli pratici e operativi ma sarà a tutti gli effetti un “catasto” delle infrastrutture per la banda larga e ultralarga.
Le novità per i condomìni
Grandi novità aspettano anche i condomìni. Prima di tutto, in tutti gli edifici di nuova costruzione è obbliatoria la presenza di un’infrastruttura interna costituita da impianti di comunicazione ad alta velocità tramite fibra ottica fino ai punti terminali di rete. Inoltre, dovranno anche essere equipaggiati di un punto di accesso. Lo stesso vale per le ristrutturazioni che richiedano il rilascio di un permesso di costruire.
A questi edifici potrà essere rilasciata un’etichetta di “Edificio predisposto alla banda larga”, che sarà rilasciata da un tecnico abilitato per gli impianti e, anche in questo caso, tutte le controversie saranno risolte dall’Agcom.