[section_title title=ICT: investire per essere competitivi – parte 2]
PIU’ STRATEGIE, UN SOLO OBIETTIVO: INNOVARE
Ad incoraggiare questa timida “cultura dell’innovazione” ci pensa Centro Computer, società di consulenza IT, che continua ad investire nella creazione di team specializzati che supportano aziende e CIO nel percorso di digitalizzazione dei processi di business, costruendo soluzioni commisurate alle necessità del cliente. “Le aree strategiche – spiega Roberto Vicenzi, vice presidente di Centro Computer – sono il cloud, software defined data center, networking e sicurezza, print management e unified comunications. Sull’onda di questi trend vediamo in atto un grande cambiamento, dalla vendita a capitale a quella a costi operativi annuali di prodotti e servizio”.
E sono sempre gli stessi trend tecnologici – mobilità, big data, cloud – a porre nuove sfide ai vendor specializzati in soluzioni di gestione delle infrastrutture dei data center. Lo sa bene Emerson Network Power, che, dinanzi alla crescita esponenziale del volume dei dati, intercetta le richieste dei clienti con un’offerta che punta a semplificare la gestione, ottimizzare il monitoraggio e garantire l’espansione modulare dell’infrastruttura, all’insegna di una maggiore affidabilità e di una netta riduzione dei consumi energetici. Si rende dunque necessario un cambiamento dell’infrastruttura di networking alla base del data center. Paolo Lossa, Regional Director Italia e Iberia di Brocade, parla di “passaggio epocale”, quello dall’Old IP al New IP: reti agili, affidabili, performanti e sicure, indispensabili con l’arrivo della terza piattaforma. Il modello basato sul provisioning on demand riscuote grande interesse dal momento che offre la possibilità di passare dalla necessità di rinnovare i sistemi di generazione in generazione seguendo la roadmap dei vendor a standard realmente open, fino all’estrema conseguenza, con il cliente che può scriversi le proprie applicazioni di networking in modalità self-service.
Ne sa qualcosa, di trasformazioni e budget ridotti, anche Valter Villa, Country Manager per l’Italia di Riverbed, società specializzata nell’application performance infrastructure: “Stiamo passando dalla vendita di “scatole” a una di servizi. L’anno è cominciato bene, ma l’impressione è che, nonostante l’evidenza dei benefici e il grande interesse dimostrato, le aziende italiane siano ancora titubanti nell’affrontare gli investimenti. Forse è perché ci sono fin troppi stimoli, troppo rumore”. E “abbassare il rumore” per fare chiarezza sulle potenzialità di business dell’IT deve essere la mission degli operatori di settore, sostiene Franco Coin, amministratore delegato di MHT, system integrator specializzato sulle soluzioni Microsoft Dynamics e attivo tra Italia e Serbia. “Più che spiegare agli imprenditori cosa può abilitare l’ICT occorre portare casi di successo” spiega Coin. “Il là che ha dato vita al cambiamento è stata la delocalizzazione – ma sarebbe meglio chiamarla internazionalizzazione – delle imprese. Chi ha colto la trasformazione e ha investito in nuove tecnologie che aiutano a cavalcarla cresce a ritmi impetuosi, chi non riesce a stare al passo è inevitabilmente destinato a scomparire”.
La sfida diventa ancora più difficile per Sintau, giovane realtà impegnata nella progettazione di soluzioni di networking in ambito Internet of Things, perché, come sostiene il direttore commerciale Ercole Tina: “In Italia non esiste una vera politica dedicata alle startup”. Eppure proprio l’Internet of Things si presenta, secondo le stime di tutti gli analisti, come la vera rivoluzione del prossimo decennio. Una miriade di dispositivi connessi significa una miriade di dispositivi vulnerabili, precisa Antonio Falzoni, Product Marketing Manager di Panda Security Italia, azienda specializzata in soluzioni di sicurezza cloud-based. “Eppure – sottolinea Falzoni – il tema della sicurezza è spesso messo in secondo piano dalle imprese: per quanto il cybercrime faccia paura, investire per prevenire eventuali attacchi informatici non è una priorità per molte medie e piccole aziende”. Per il futuro, però, Falzoni prevede un grande rilancio del tema della sicurezza, legato a doppio filo all’Internet of Things, con l’adozione sempre più frequente di soluzioni cloud.
Non è mancato al Forum anche il punto di vista di un distributore come Zycko. Piera Loche, Managing Director Italia, ribadisce le due parole chiave: integrazione e innovazione. “Siamo impegnati a creare un portfolio di soluzioni open capaci di integrarsi con l’offerta dei partner per andare sul mercato insieme con un’offerta completa” sottolinea Loche. C’è poi il momento della formazione: “I commerciali dei partner devono conoscere bene le soluzioni che propongono, in modo da spiegare al cliente la loro portata innovativa e il potere abilitante”.