Internet of Things: un’espressione ormai sulla bocca di tutti che identifica una realtà in cui le cose sono intelligenti e interconnesse tra loro grazie alla rete. Non solo quindi le persone non possono più fare a meno di Internet, ma presto anche le cose potrebbero necessitare del web per svolgere le proprie funzioni. Una prospettiva esaltante per tutti gli appassionati di tecnologia, ma che ovviamente sta facendo molto discutere in termini di sicurezza e privacy. Già, perché questa moltitudine di dispositivi interconnessi contribuirà a rilevare e registrare una mole di dati davvero impressionante. Dati che, per quanto difficili da gestire correttamente, potrebbero però rappresentare la vera ricchezza dell’IoT.
Le infinite potenzialità dell’Internet of Data
I dispositivi Internet of Things permettono come abbiamo detto di raccogliere moltissimi dati sul loro funzionamento e su come i proprietari interagiscono con loro. L’analisi di queste informazioni presenta potenzialità infinite in termini di definizione delle strategie di business. Più aumenta il numero dei dispositivi connessi, inoltre, più cresce il valore aggiunto di questi dati, dal momento che informazioni provenienti da device molto diversi possono essere analizzati in relazione gli uni con gli altri.
La società MarketsandMarkets è arrivata a predire che nel 2018 i big data genereranno un valore di mercato di ben 46 miliardi di dollari. Le stesse compagnie stanno infatti investendo molto nella creazione di sistemi di raccolta e analisi dei big data, anche se al momento il ritorno che ci si aspetta a breve termine potrebbe essere davvero irrisorio. Del resto, però, solo questo sforzo costante potrà aiutare le aziende a smettere di puntare sulla quantità dei dati raccolti, e concentrarsi invece sulle interrelazioni tra loro, ovvero ciò che potrebbe renderli veramente utili in termini di definizione di strategie future di business.
Per il momento l’atteggiamento delle aziende sembra invece essere quello di raccogliere e mettere da parte quanti più dati possibile, nella speranza di poterne ricavare qualcosa di utile in futuro. Grazie a queste informazioni le compagnie sperano infatti di riuscire, un giorno, a comprendere meglio i propri clienti e le loro esigenze e a sviluppare servizi sempre più in linea con le loro necessità.
Analisi dei big data: serve più semplificazione
Al momento le piattaforme professionali dedicate all’analisi dei big data sono pensate per essere utilizzate esclusivamente da specialisti IoT. Queste figure dovrebbero poi fare da intermediarie e generare dei report comprensibili dalle aziende interessate.
Perché le aziende riescano a far fruttare queste informazioni servono quindi nuovi protocolli e nuove soluzioni tecnologiche per rendere l’analisi dei dati più accessibile ed immediata. Solo così l’Internet of Things e l’Internet of Data potranno davvero svilupparsi al massimo delle loro potenzialità, creando nuove interessanti opportunità sia lato business che lato consumer.