E chi l’ha detto che gli italiani sono un popolo di retrogradi e poco inclini alle nuove tecnologie e alle nuove tendenze del mercato?
I dati di una ricerca condotta su quasi 5000 consumatori europei da Ipsos per Webloyalty, azienda specializzata in programmi di sconti e nella generazione di reddito supplementare per aziende che fanno commercio online, ha rilevato, contrariamente ad ogni aspettativa, l’esistenza di una forte propensione, da parte degli utenti dell’e-commerce italiani, all’acquisto: quasi tre italiani su quattro tra quelli che si affidano al commercio digitale, infatti, hanno effettuato almeno cinque acquisti negli ultimi sei mesi.
Dall’e-commerce emerge, quindi, una tendenza che può permettere di colmare, almeno in parte, il gap nei confronti degli altri paesi europei in fatto di uso delle tecnologie digitali.
Secondo la ricerca Ipsos – Webloyalty, che ha visto il coinvolgimento di più di 150 acquirenti nostrani, ben il 75,9% degli italiani che utilizzano il commercio elettronico è classificabile nella categoria degli “heavy buyer”, cioè tra coloro che hanno effettuato più di quattro acquisti su canali online negli ultimi mesi, cui si contrappongono i cosiddetti “occasional buyer”. Addirittura il 69% ha superato i 5 acquisti.
La ricerca ha anche messo in luce l’esistenza di una forte connessione tra chi si affida in maniera massiccia all’e-commerce e la persona che all’interno della famiglia è responsabile della maggior parte degli acquisti nel loro insieme (il 76,6% si classifica tra gli heavy buyer).
Interessante appare lo spaccato che riguarda le singole regioni italiane e la suddivisione tra “grandi compratori” e “acquirenti occasionali”, con dati che per alcuni versi appaiono inaspettati: nella prima categoria, infatti, la leadership dei grandi clienti dell’e-commerce se la aggiudica l’Umbria (89,5% di “grandi compratori” contro il 10,5 di “acquirenti occasionali” ), seguita nella top ten da Liguria (87,2% vs. 12,8%), Toscana (83,6% contro 16,4%), Basilicata (rispettivamente 80% e 20%), Lombardia (79,4% vs. 20,6%), Sardegna (78,9% contro 21,1% ), Piemonte (rispettivamente 77,8% e 22,2%), Emilia Romagna (77,2% vs. 22,8%), Lazio (76,5% contro 23,5%) e Veneto (75,9% a fronte del 24,1%). Al contrario, le regioni dove si concentrano maggiormente gli “acquirenti occasionali” sono il Trentino Alto Adige (50% di acquirenti occasionali e di grandi compratori), il Friuli Venezia Giulia (36,4% di occasionali contro 63,6% di clienti abituali dell’e-commerce) la Calabria (33,3% di occasionali vs 66,7% di abituali), la Campania (29,1% occasionali e 70,9% abituali) e l’Abruzzo (rispettivamente 27% e 73%). Percentuali che solo in alcuni casi rispecchiano quelle relative all’utilizzo di Internet e all’accesso alla banda larga nelle varie zone del nostro Paese.
“I dati della ricerca dimostrano come l’e-commerce, una volta conosciuto, sia molto apprezzato dagli utenti e rappresenti una via privilegiata per stimolare i consumi, oltre a incrementare la capacità di spesa degli acquirenti – ha dichiarato Alexandre Cotigny, direttore generale Sud Europa di Webloyalty – . L’obiettivo dei player del settore deve essere quello di accrescere la conoscenza del commercio digitale, sia mediante forme di education per vincere residue resistenze culturali, sia tramite la proposta di programmi di promozione e scontistica specifici – come “Acquisti e Risparmi” di Webloyalty – e l’utilizzo del cashback, il meccanismo di rimborso parziale della spesa effettuata online, capace di garantire un incremento della domanda per le imprese e un risparmio concreto per gli utenti”.