Risale il fatturato della logistica conto terzi in Italia (77,3 miliardi di euro, +1,8%), che secondo le previsioni toccherà quota 78,3 miliardi di euro nel 2015 e 80,9 miliardi di nel 2016, rispettivamente +1,4% e +1,8% in termini reali sull’anno precedente. Una crescita frutto di diversi fattori, come la ripresa dell’economia nazionale e l’attenzione al miglioramento delle prestazioni da parte della committenza, su cui incidono anche lo sviluppo del canale di vendita online e la forte spinta verso l’internazionalizzazione.
Il mercato della logistica conto terzi (cioè il fatturato degli operatori al netto del valore del sub-appalto) vale 42,6 miliardi di euro nel 2013, pari al 39,1% del valore complessivo della logistica (109 miliardi di euro tra costi in-house e in outsourcing). Nel periodo 2009-2013, considerando solamente lo Strategic Outsourcing – ossia l’outsourcing di una parte rilevante del processo logistico a uno/pochi fornitori – si rileva una crescita del 4,6%, più marcata rispetto a quella del mercato nel suo complesso.
Sono alcuni dei risultati della ricerca 2015 dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, presentati al convegno dal titolo “Ambiti di innovazione nella logistica: esperienze a confronto” che si è tenuto a Bologna, in cui sono stati presentati diversi casi aziendali innovativi.
“Continua la crescita della logistica conto terzi in Italia, che oggi, oltre a fare i conti con la sfida dell’efficienza, è chiamata a supportare nuovi mercati e servizi per le aziende. Le maggiori opportunità di sviluppo per il futuro provengono dalla multicanalità, di fronte alla crescita ineludibile del commercio elettronico, e dall’offerta di servizi logistici avanzati, quelle attività poco terziarizzate in Italia che richiedono un’evoluzione delle competenze dei fornitori”, afferma Gino Marchet, Direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics. “Dalla ricerca – aggiunge Marco Melacini, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics – emerge una significativa domanda delle aziende di servizi a supporto di una strategia multicanale e una maggiore attenzione all’integrazione informativa dei processi, in primis il trasporto”.
La terziarizzazione delle attività logistiche
Si possono terziarizzare parti o un intero processo logistico, si può lasciare più o meno autonomia decisionale al fornitore o affidarsi a più o meno fornitori. I risultati della ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano confermano l’eterogeneità delle scelte di outsourcing delle aziende committenti: il 23% delle aziende ricorre ad un approccio “Full Strategic Outsourcing” (alta autonomia del fornitore, alta estensione di attività date al singolo fornitore, fino all’introduzione di linee di personalizzazione dei prodotti), mentre il 12% ha un approccio alla terziarizzazione di “Full Commodity Outsourcing” (bassa autonomia del fornitore, bassa estensione di attività date al singolo fornitore). Per quanto riguarda invece il numero dei fornitori, il campione si divide quasi equamente: il 45% dei committenti preferisce lavorare con pochi fornitori (uno o due), il 55% con molti fornitori (in casi in cui sono coinvolti direttamente anche gli autotrasportatori, si arriva anche a più di 30 fornitori).
“Sebbene i committenti si ritengano mediamente soddisfatti delle scelte di terziarizzazione, il modello seguito non corrisponde al preferito”. “È stato chiesto ai diversi manager delle aziende committenti di indicare quale modello di outsourcing sceglierebbero: è emersa una forte preferenza in prospettiva per un maggior ricorso allo Strategic Outsourcing”, spiega Damiano Frosi, Ricercatore senior dell’Osservatorio Contract Logistics.
Il ruolo dei fornitori e i servizi logistici avanzati
Ci sono 9 tipologie di “servizi logistici avanzati” identificati dall’Osservatorio Contract Logistics, quelle attività tradizionalmente non terziarizzate che richiedono un’evoluzione delle competenze dei fornitori: Advanced co-packing (creazione di nuovi prodotti attraverso imballi particolari con coinvolgimento del fornitore di servizi logistici sia nella progettazione dell’imballo che nella verifica della conformità/qualità del “nuovo” prodotto generato); Assemblaggio/Lavorazione dei prodotti; Gestione del flusso di materiali all’interno di stabilimenti produttivi; Gestione delle scorte (per alcune categorie di prodotto o per canale, ad esempio il riordino nei depositi secondari); Vendor Managed Inventory; Integrated Customer Service (rivolto ai clienti del committente, per problematiche di servizio e per domande su caratteristiche specifiche dei prodotti); Tentata vendita; eCommerce (gestione della piattaforma, dei pagamenti e del processo logistico di distribuzione); Order to cash (gestione dei pagamenti e del recupero dei crediti).
La strategia multicanale
La “multicanalità”, ovvero l’affiancamento dell’online ai canali di vendita esistenti, è un elemento sempre più rilevante per le aziende che utilizzano servizi logistici. Gli elevati costi fissi legati alla gestione dell’iniziativa sono il principale ostacolo all’ulteriore sviluppo del canale online: il 62% dei rispondenti mette al primo posto gli alti costi di gestione e il 31% l’incertezza sulla stima del costo logistico.
“L’evoluzione della logistica multicanale del futuro riguarderà certamente la tipologia delle strutture logistiche, i servizi offerti e l’assetto della rete distributiva, ma un ruolo chiave sarà ricoperto dai depositi di prossimità, sempre più punto di contatto con il consumatore finale. La soluzione del futuro si può chiamare ‘omnicanalità’: il consumatore è al centro del processo e a seconda delle modalità di acquisto/consegna scelte viene servito attraverso circuiti logistici diversi”, commenta Gino Marchet.