Smartphone, misteri e logiche contorte. Apple, si sa, non è leader delle vendite nel comparto telefonini e la sua quota di mercato è sempre stata inferiore rispetto a quella posseduta da Samsung, competitor storico della casa californiana. Ciononostante, l’azienda melagriffata ha conquistato nel corso dei primi tre mesi del 2015 il 92% del fatturato totale generato dal comparto smartphone. La rivalità tra i due brand è ormai degna di scontri epici in stile Sparta e Atene, Ettore e Achille, Rivera e Mazzola, con gli utenti occupati a porre Samsung e i suoi smartphone a confronto con Sua Maestà iPhone, e gli altri produttori in terza fila. La classifica dei guadagni, però, mostra un’evidenza sorprendente.
Smartphone e ricavi: c’è un solo leader
Apple è la regina del fatturato smartphone, dunque. A rivelarlo è uno studio di Canaccord Genuity ripreso da un articolo del The Wall Street Journal, secondo cui l’azienda di Cupertino assorbe, come detto, il 92% dei ricavi totali, con un aumento significativo rispetto al 2014. Ma come può un business che occupa solo il 20% del mercato monopolizzare la voce dei guadagni?
Il boom dell’iPhone 6 e del 6 Plus
Un forte impulso agli affari del melafonino è stato apportato dal successo roboante segnato dagli ultimi modelli di punta della casa californiana, l’iPhone 6 e l’iPhone 6 Plus. Così, se alla fine del 2014 Apple aveva intercettato il 65% del fatturato totale generato dall’industria degli smartphone, la quota è salita vertiginosamente nei soli primi tre mesi del 2015. Di certo, non stiamo parlando di prodotti a basso costo: il prezzo medio di un iPhone 6 risulta essere pari a 624 dollari al pezzo, contro i 185 euro che, mediamente, vengono sborsati per acquistare un device Samsung. Qui forse sta la prima spiegazione delle anomalie del mercato smartphone, ma non è sufficiente a motivare il divario abissale riscontrato tra gli incassi del marchio americano e quello di tutte le altre compagnie.
Spiegazione numero 2: le società in perdita
La quota di fatturato intercettata da Samsung è pari al 15%, che sommato al 92% di Apple fa 107%. Qualcosa non torna. In realtà sì e la spiegazione sta nel fatto che molti operatori agiscono sul mercato con un margine di guadagno nullo o persino negativo. Il motivo va ricercato nell’adozione di strategie commerciali differenti. Nel caso di brand come Windows o della cinese Xiaomi, infatti, la vendita del device non è orientata a generare guadagno, il quale viene perseguito soltanto nella seconda fase, attraverso la vendita di applicazioni mobile e tutta una serie di servizi accessori.
La strategia posta in essere da Apple, evidentemente, è del tutto differente: i dispositivi della Mela, infatti, sono gli unici ad aver registrato un incremento dei prezzi nel 2015 (di 35 dollari sull’iPhone 6 Plus) e, nonostante ciò, le vendita hanno registrato un aumento dei volumi pari al 43%. Una scelta di vendita aggressiva e, come dimostrano i dati della ricerca, assolutamente vincente.