I rapidi progressi tecnologici degli anni recenti si notano particolarmente in alcuni settori, nei quali gli impatti delle diverse tecnologie sono responsabili di trasformazioni con pochi eguali. Basti pensare alla telefonia mobile: nel giro di pochi anni si è passati da telefoni tascabili con poche ed essenziali funzioni aggiuntive a veri e propri computer portatili, tramite i quali soddisfare potenzialmente qualsiasi necessità del quotidiano. Un altro settore nel quale questi progressi sono particolarmente evidenti è poi quello del videogaming.
Difficile dire se la rivalutazione del videogaming abbia contribuito alla sua crescita tecnologica o se le sempre più interessanti tecnologie implementate nel videogioco abbiano contribuito alla sua crescita in popolarità. Quel che è certo è però che nel mondo videoludico trovano impiego alcune soluzioni tecnologiche decisamente interessanti: basti pensare alla realtà aumentata e a quella virtuale, all’impiego di intelligenze artificiali o ai sistemi per rendere meno dispendioso l’impiego di grafiche fotorealistiche. Tra le tante tecnologie, comunque, una è particolarmente interessante: l’RNG. La sigla sta per Random Number Generator, traducibile come “generatore di numeri casuali”, ma per capirne necessità e funzionamento è necessario partire dal problema.
Qualsiasi software funziona sulla base di un codice, ossia una lista di istruzioni che un dispositivo rispetta nell’eseguire il software. Il codice è per sua natura predeterminato: prevede qualsiasi azione che una macchina deve compiere, e in caso un esito non sia previsto è possibile incorrere in errori logici che determinano il mancato funzionamento del software. Come si potrebbe, in un contesto dove tutto è scritto su un codice potenzialmente consultabile, ottenere un risultato non prevedibile in anticipo?
Ecco che entrano in gioco gli algoritmi RNG, ossia codici in grado di fornire un numero casuale ogni volta che sono eseguiti. Inserendo questo numero in altre formule sarà dunque possibile ottenere un risultato imprevedibile e realmente casuale, riproponendo anche nel digitale l’aleatorietà. L’aspetto interessante degli algoritmi RNG sta nei metodi utilizzati per generare il numero casuale. Per garantire l’affidabilità è necessario accedere a un elemento “esterno” rispetto a quanto scritto nel codice, e le soluzioni in tal senso sono numerose. In alcuni casi si possono utilizzare la data e l’ora del sistema operativo, in altri la tensione elettrica misurata in un dato momento da uno specifico componente, o ancora le coordinate del puntatore del mouse: insomma, il codice prende una misurazione che sarà praticamente impossibile si riverifichi in due momenti consecutivi, e partendo da questo valore esterno restituisce un numero casuale e imprevedibile.
Se tali algoritmi trovano impiego in un ampio numero di casi, è nel videogioco che si possono fare innumerevoli esempi della loro presenza. D’altra parte il caso è sempre stato una componente importante nei più diversi giochi, e i videogiochi ne hanno naturalmente ereditato la presenza. Pensiamo a un qualsiasi videogioco dove un’azione ha una determinata percentuale di probabilità di riuscire, magari una mossa particolarmente forte con una bassa probabilità di andare a segno. Perché il gioco stabilisca con correttezza se la mossa andrà a segno o no vengono impiegati numeri generati casualmente. Ci sono poi altri esempi nei quali il caso rappresenta la parte fondamentale di un gioco, diventandone protagonista. Pensiamo alle slot machine, presenti in gran numero nei cataloghi di piattaforme online specializzate come PokerStars Casino: possono cambiare simboli, musiche e ambientazioni, ma il gameplay delle slot è sempre basato esclusivamente sulla casualità. Per garantirla, l’unico modo è ricorrere ad algoritmi appositamente dedicati, in maniera da rispettare l’aleatorietà protagonista delle macchine tradizionali. Ancora, il caso è protagonista in numerosi sistemi di ricompense o acquisti in-game. Molti titoli prevedono un sistema per ottenere, come acquisto o come premio, delle loot boxes: il termine fa riferimento a oggetti, da casse a forzieri, che contengono al loro interno oggetti casuali, spesso personalizzazioni estetiche interamente opzionali. Per far sì che tali contenuti siano realmente casuali l’unica strada, ancora una volta, è l’impiego di RNG.
L’aleatorietà nel gioco è una componente essenziale, e il videogioco non è da meno: che sia assoluta protagonista o semplice comparsa, la casualità ha un ruolo importante nei più diversi titoli. Per riprodurre l’aleatorietà in digitale l’unica strada è quella degli RNG, una delle tante soluzioni tecnologiche che si nascondono nel mondo dei videogiochi.