Un piano industriale ben ponderato che tiene presenti carenze e potenzialità del Gruppo, con l’obiettivo di prepararne il rilancio entro i prossimi cinque anni: questo il succo della strategia di sviluppo per il triennio 2012-2015 presentata a Milano a stampa tecnica e investitori da Datalogic. “Il nostro programma per il prossimo futuro non poteva non prendere atto, realisticamente e pragmaticamente, dell’attuale situazione economica” ha sottolineato Romano Volta, presidente e amministratore delegato del Gruppo. “Le principali società indipendenti di ricerca del settore prevedono, dopo la contrazione dei mercati di riferimento nel 2012, una fase ancora riflessiva per il 2013 e una ripresa solo a partire dal 2014. Il nostro obiettivo è continuare a crescere, ma per farlo dobbiamo prima ripensare le nostre priorità”. Già, perché “quando si parla di moda, cucina o design, il marchio-Italia è assolutamente vincente”, ben diverso è invece quando parliamo di alta tecnologia: “Non è facile essere un’azienda italiana nell’high tech” ha sottolineato Volta.
Tre pilastri alla base dello sviluppo
Con ricavi 2012 pari a 462,3 milioni di euro, mille brevetti e 2400 dipendenti nel mondo, Datalogic è fra le poche società italiane quotate in Borsa (lo è dal 2001), nel segmento Star, ed è stata capace di acquisire nel 2005 l’americana PSC, l’ideatrice del codice a barre. “In tutto il mondo il nome Datalogic è ormai sinonimo di codice a barre, questo ci riconoscono i clienti e i mercati, ma per continuare sulla via del successo in questo comparto, fatto di investimenti continui in R&S e di grandi multinazionali come concorrenti, occorre da un lato tenere sempre il passo con l’innovazione, dall’altro non perdere mai la giusta ‘rotta’ per inseguire traguardi irraggiungibili e che possono mettete in forse la stabilità aziendale”.
Cresciamo nell’automazione
“Noi di Datalogic, con la nostra divisione ADC, siamo al terzo posto al mondo e in alcuni segmenti di mercato, per esempio quello del POS Retail e degli Handheld Scanner, deteniamo il primato a livello globale” ricorda Volta. È questo un settore che secondo VDC rimarrà sostanzialmente stabile fino al 2015, passando dai 3,9 miliardi di dollari del 2012 a quota 4 miliardi (con un Cagr 2012-2015 di +0,9%). Diverso è invece il discorso per il mercato in espansione della divisione IA (Industrial Automation), che dai 3,74 miliardi di dollari del 2012 avrà una crescita del 6,9% entro il 2015. Il volume, però, qui, non è ancora sufficiente a compensare in toto le perdite del primo ambito: “Nell’IA deteniamo circa il 6% del mercato; lo scenario qui è molto più variegato e lascia posto anche a soggetti più piccoli. Molti costruttori di macchine, infatti, si affidano a marchi meno noti, in grado di fornire loro soluzioni molto specifiche e su misura. La customizzazione pesa molto in questo campo e rimane ancora spazio per crescere” ha proseguito Volta. In linea con questa analisi uno dei tre ‘pilastri’ posti da Datalogic alla base del proprio piano di sviluppo triennale è la focalizzazione sulle esigenze del cliente per la realizzazione di nuovi prodotti. Per questo è nata la Business Development Division che “si pone come obiettivo l’individuazione dei bisogni degli utenti finali per soddisfarli al meglio e/o anticiparli” ha osservato Valentina Volta, amministratore delegato della nuova divisione. “Essi costituiranno i driver per lo sviluppo di nuove soluzioni sulla base di tecnologie emergenti, come l’imaging, la machine vision e la miniaturizzazione. Ulteriore impulso verrà poi dato alla commercializzazione dei prodotti ‘mobile’ per la gestione del magazzino, al voice picking, alle tecnologie laser”. La nuova divisione include anche il laboratorio Datalogic Labs, con una cinquantina di ingegneri focalizzati sulla realizzazione di prodotti innovativi e il mantenimento delle core competence aziendali, nonché sull’integrazione delle attività di R&S che si svolgono all’interno degli altri otto centri di ricerca della società sparsi nel mondo. “Aumenteremo quindi gli investimenti in R&S passando dal 7% all’8% del fatturato” ha annunciato la stessa Volta.
Il secondo punto che Datalogic intende sviluppare è costituito dall’incremento delle sue quote di mercato a livello geografico, investendo nei mercati emergenti e Bric, dove finora la società è rimasta ‘a guardare’, complice la carenza tecnologica ancora persistente in tali aree: “Realizziamo il 40% del fatturato in Europa e altrettanto in USA, solo un 20% nel resto del mondo, ossia Asia e Africa: ora dobbiamo incrementare questo risultato” ha dichiarato R. Volta.
Infine, terzo pilastro, Datalogic vuole porre l’attenzione sul ‘capitale umano aziendale’: “Occorre saper fare buoni prodotti e anche saperli vendere, le due cose vanno di pari passo e perché questo riesca occorre che le persone abbiano senso di appartenenza e facciano il proprio lavoro con passione e convinzione. Siamo già considerati un’azienda particolarmente attenta al personale e vogliamo che questo rimanga un nostro segno distintivo, solo così si può crescere” ha concluso il presidente.