Wi-fi sott’acqua? In un paese come l’Italia che ha la connessione Internet più lenta d’Europa, l’Internet of Things, la tecnologia che permette agli oggetti di poter comunicare dati su se stessi e accedere a informazioni aggregate da parte di altri, qualche contatto con la fantascienza sembrava preannunciarlo, ma l’Internet of Underwater Things, volgarmente il wi-fi sott’acqua, sviluppato proprio in Italia ne è la conferma.
A parte l’ironia spicciola: al dipartimento di informatica dell’Università La Sapienza di Roma, è nato il progetto specializzato in comunicazione subacquea: le connessioni ultrarapide del wi-fi sott’acqua permetteranno di chattare e inviare foto e video.
Il progetto WSense, nato con la collaborazione della società romana di system integration Nexse, ha l’obiettivo di portare le tipologie di comunicazione terrestre, come quella con il wi-fi e il cellulare, in ambito marino. Il successo dell’operazione del wi-fi sott’acqua per ora consente una comunicazione di pochi metri, ma, grazie al Progetto Sunrise del VII Programma quadro della Ue che ha stanziato 4 milioni euro, gli sviluppi futuri permetteranno di comunicare a distanze più ampie e con velocità di trasmissione molto elevate.
Come funziona il wi-fi sott’acqua?
Senza perdersi in super tecnicisimi, la struttura base di Wsense è questa: i nodi sensori progettati dal dipartimento romano permettono la trasmissione di informazioni sullo stato dei mari, senza l’utilizzo di cavi che potrebbero danneggiare l’ambiente marino e che potrebbero a loro volta essere danneggiati, rappresentando un ulteriore costo aggiuntivo a quello già elevato che hanno. Il wi-fi sott’acqua bypassa l’utilizzo di questi dispositivi e permette di immagazzinare gli stessi dati come presenza di ossigeno e di CO2 in acqua.
Oltre all’innovazione per quanto riguarda la velocità di trasmissione che il wi-fi sott’acqua permette, la peculiarità in più è data dall’interazione con i modem ottici: una sorta di telecamera sott’acqua è in grado di inviare in tempo reale immagini video.
A cosa serve il wi-fi sott’acqua?
Grazie a questo sistema veramente rivoluzionario, i robot sottomarini possono fornire informazioni utili in merito a sicurezza nazionale, logistica dei porti, monitoraggio delle coste e dell’inquinamento, ma anche collaborare con le autorità per il recupero dei corpi in mare.
Questa tecnologia può migliorare fortemente la sicurezza, anche per quanto riguarda l’encryption dei dati, ossia il metodo per codificare i messaggi in un formato che sia impossibile da leggere per chi non è autorizzato a farlo.
Per il settore cultura, invece, la tecnologia del wi-fi sott’acqua permette di migliorare le operazioni di recupero dei reperti archeologici, con tutte le conseguenze socio-economiche che questo può garantire all’Italia.