Introdotto da AgID nel 2016, lo SPID (acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale) è un sistema di credenziali che permette ai cittadini di accedere ai portali della Pubblica Amministrazione e dei privati aderenti, ai servizi online dei paesi dell’Unione Europea che hanno aderito al nodo eIDAS italiano e delle aziende che hanno scelto SPID come strumento di autenticazione per l’accesso ai propri servizi.
Il vantaggio dello SPID è quello di creare una sola identità digitale piuttosto che numerosi account. Presentato anche come “password pigliatutto”, ha superato a marzo 2023 la quota di 34 milioni di identità, portando la copertura della popolazione a oltre il 55%. Il suo utilizzo è stato gradualmente esteso a numerosi ambiti del settore digitale, anche i più insoliti. Fra tutti, l’intrattenimento online.
Molti portali del settore casinò hanno così cavalcato il trend, semplificando le procedure di registrazione e di accesso degli utenti alle proprie piattaforme. Così come non è assurdo pensare che anche alcuni colossi come Disney Plus o Netflix prima o poi possano seguire la strada maestra, cosa che invece hanno già fatto proprio i portali di betting, come i siti scommesse SPID elencati nella lista linkata. In questo modo, il giocatore ha la possibilità di registrarsi ed accedere piú rapidamente ai servizi proposti senza eccessive complicazioni.
Tuttavia, gli ambiti di applicazione dell’identità digitali sono ben altri e più importanti. Si tratta principalmente dei servizi della Pubblica Amministrazione, in particolare Agenzia delle Entrate, INPS e INAIL. Alcune delle procedure attuabili tramite SPID comprendono il pagamento delle tasse, la compilazione del modello 730 precompilato, la consultazione del CUD, il controllo della situazione debitoria, l’accesso ai servizi fiscali (incluso il cassetto fiscale), al Portale servizi lavoro, al Registro imprese Telemaco e all’app IO, la verifica della pensione, dello status di disoccupazione, l’iscrizione dei lavoratori domestici, la richiesta della carta del docente, del bonus revisione auto, della firma digitale, della carta del docente e la sottoscrizione al voto referendario e alle leggi di iniziativa popolare in modalità digitale.
Altre procedure attuabili tramite SPID riguardano la possibilità di richiedere i certificati anagrafici online dal sito del comune di appartenenza, l’esecuzione di procedure per il pagamento della TASI, la consultazione di contravvenzioni e pagamenti, il saldo dell’ICI e dell’IMU, l’accesso allo sportello unico delle attività produttive, il pagamento del bollo auto, la prenotazione delle prestazioni sanitarie, l’accesso al fascicolo sanitario elettronico, il cambio del medico online e il ritiro dei referti digitali. A questi servizi si aggiungono poi quelli relativi alle persone giuridiche e ai liberi professionisti.
Il sito del Governo italiano dedicato all’identità digitale spiega, nella pagina dedicata, gli ambiti di applicazione dello SPID e sottolinea che attraverso il sistema di credenziali è possibile “accedere ai servizi online delle amministrazioni italiane”. E “Non solo. Con l’identità digitale puoi accedere ai servizi online dei paesi dell’Unione Europea che hanno aderito al nodo eIDAS italiano e delle aziende che hanno scelto SPID come strumento di autenticazione per l’accesso ai propri servizi”. Basta navigare tra le categorie o usare il sistema di ricerca per scoprire i servizi attivi in funzione del territorio di residenza.
Tra i maggiori Identity Provider, ossia gli attori abilitati al rilascio dello SPID, che hanno quindi richiesto e ottenuto la certificazione da parte dell’AgID, figurano Aruba, Infocert, Intesa (Gruppo Ibm), Lepida, PosteItaliane (PosteID), SielteID, TeamSystem, TIM, Namirial, Register.it. Si tratta di attori come banche, operatori di telefonia mobile, certification authority, fornitori di soluzioni IT che giocano un ruolo fondamentale per aumentare il bacino degli utenti potenziali interessati all’attivazione dell’identità digitale.
Sono trascorsi sette anni dal 15 marzo 2016, anno ufficiale del lancio, e attualmente il Governo Meloni sembra voler eliminare lo SPID per lasciare l’accesso ai servizi online esclusivamente con Carta d’Identitá Elettronica (CIE). La difficoltà di utilizzo da parte delle persone anziane sembra essere il principale motivo per cui il governo sta considerando di eliminare o cambiare lo SPID. La tesi di diversi esponenti della maggioranza, e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica Butti, è che la carta d’identità elettronica sarebbe più facile da utilizzare. Nonostante tutto, come evidenziato dal seguente articolo del Post, “Il governo non dismetterà a breve lo SPID” e “si è impegnato a rinnovare le convenzioni per poi creare un’unica identità digitale, in vista di un’integrazione con quella europea”. Attualmente la questione dello SPID non sembra essere un elemento prioritario per la strategia di digitalizzazione del Paese ma è pur vero che l’Italia dovrà mostrarsi pronta alla gestione dell’identità digitale in patria in vista della possibile introduzione dell’identità digitale europea.