Internet of things, nuovo capitolo. A scriverlo è Google, il re della rete che – c’era da aspettarselo –si prepara a fare il proprio esordio nel suggestivo mondo dell’IoT. Il web sta gettando le basi per una trasformazione che nei prossimi anni diventerà sempre più marcata e significativa. Oggi le evoluzioni del business della rete vanno verso la realizzazione di infrastrutture sempre più efficienti, connessioni più veloci e integrazioni continue tra realtà digitale e attività di tutti i giorni. Gli utenti esigono prestazioni di livello, si informano e pongono Fastweb e le sue tariffe a confronto con quelle di Telecom, di Alice. Ecc. Domani, un domani sempre più prossimo, in molti profetizzano che la rete compierà lo scarto successivo, diventando parte integrante di qualunque oggetto di uso comune.
Il sistema operativo di Google per l’Internet of Things
Dopo Microsoft e Intel, le prime società a muoversi nel campo dell’IoT, anche Google si appresta a lanciare le proprie soluzioni per il web che verrà. Secondo le ultime rivelazioni pubblicate sul The Information, il motore di ricerca presenterà nel corso del prossimo Google I/O 2015 il proprio sistema operativo per l’internet delle cose: Brillo.
Il software è ancora in fase di progettazione ma, secondo le prime indiscrezioni, si tratterà di una versione semplificata del sistema Android, la quale permetterà di controllare oggetti di casa come termostati e piccoli elettrodomestici. Alla base del funzionamento vi sarà la dimensione ridotta della Ram, pari a 32 o 64 MegaByte e in grado di funzionare su strumenti di dimensioni ridotte.
Applicazioni nel mondo aziendale
Brillo potrà trovare impiego in modo significativo anche all’interno delle realtà aziendali. La peculiarità di integrarsi con facilità a oggetti di piccole dimensioni, infatti, permetterà al sistema semplificato di Google utilizzi molteplici, sebbene ad oggi sia difficile comprendere appieno le reali potenzialità del nuovo prodotto.
Trattandosi di un progetto in fase embrionale, infatti, resta complicato stabilire in modo più dettagliato le reali applicazioni di Brillo, che andranno valutate in corso d’opera e sulla base di evidenze più concrete. La vera notizia sta nella mobilitazione di Big G, che inizia a squarciare il velo e a mostrare in maniera meno criptica le proprie ambizioni nel settore IoT. Ambizioni che, oltretutto, non sono mai state messe in dubbio, considerate anche le sperimentazioni compiute nel segmento delle tecnologie indossabili già proposte dal colosso e incarnate in Android Wear, il sistema operativo sviluppato per la gestione dei dispositivi wearable.