“A parte poche e rare eccezioni, l’open source non si è mai allontanato dalla generale tendenza verso il consolidamento tecnologico. Anzi, il ciclo è stato semplicemente rovesciato, nel senso che la maggiore disponibilità di offerte – che si tratti di sistemi operativi, cloud, middleware e virtualizzazione, storage o layer applicativi – paradossalmente non impone alcun limite all’apertura del sistema”. È il parere di Antonio di Leo, manager Italy channel and Sme business di Red Hat, che ha espresso, in esclusiva per Top Trade, la sua opinione sul connubio open source-system integrator della quale riportiamo i passaggi fondamentali.
Secondo di Leo, la grande estensione del modello open source giustifica in sé la costante crescita dell’offerta che viene proposta. E, se i primi contributi al progetto venivano da studenti universitari, ora questi stessi autori hanno fatto carriera e sono diventati professionisti, attivi nelle più avanzate aziende IT.
Attualmente, i dieci più grandi trader di e-commerce al mondo utilizzano soluzioni open source, e lo stesso vale per le banche. Ma anche se il loro uso è aumentato, la maggior parte degli IT manager ammette di non aver ancora costruito attorno a queste tecnologie open una vera “strategia”. Ed è proprio in quest’area che produttori, distributori e venditori di software, e soprattutto chi offre servizi di consulenza, potranno focalizzarsi, investendo su apertura e affidabilità. Inoltre, sfruttando al meglio la capacità dei vendor di offrire tecnologie più mature, i consulenti potranno fornire ai loro clienti tutti gli elementi necessari a definire strategie in grado di spingere le performance, e soprattutto l’innovazione. In altre parole, saranno in grado di creare valore e di trasformare la tecnologia in soluzioni grazie alla loro conoscenza dei clienti.
La sempre maggiore conoscenza delle soluzioni open source da parte del management porta a un livello di fiducia superiore nei confronti di questi player nel campo delle architetture digitali e li mette in una posizione favorevole per quanto riguarda la capacità di rispondere alle necessità di IT manager chiamati ad affrontare aree specifiche particolarmente critiche: cloud, big data, mobilità, social network…
Spesso sono le Pubbliche Amministrazioni a muoversi per prime in ambito open source. Sono numerosi i Paesi che hanno diramato normative e circolari ad hoc: è successo anche in Italia con le recenti modifiche apportate al Codice dell’amministrazione digitale, che invitano le Pubbliche Amministrazioni a dare la precedenza a soluzioni open source in sede di gara, rispetto a prodotti proprietari. Questo è parso l’inizio di una nuova era per i system integrator. Forti della loro esperienza nel settore pubblico, spesso e volentieri all’avanguardia nell’adozione tecnologica, saranno in grado di estendere ed espandere le loro competenze anche al mercato privato e di dimostrare i reali vantaggi, non solo economici, ma anche e soprattutto strutturali, che l’open source può portare. C’è un cambiamento in corso nel cuore dell’IT: è fondamentale che i partner, e soprattutto i system integrator, se ne rendano conto e si organizzino per garantirsi la capacità di gestirlo al meglio, non solo nei data center, ma anche, e soprattutto, nell’atteggiamento mentale. Partner capaci di fornire supporto in questo senso, con la decisiva componente tecnologica offerta dai vendor specializzati, potranno contare su un’ulteriore crescita della fiducia loro attribuita dai più importanti clienti che, oggi ancor più che in passato, sono alla ricerca di soluzioni reali.