Quando nel 1997 un ingegnere della marina canadese in pensione, tal Randy Blumer, pensò per primo di lanciare una piattaforma di poker online in pochissimi sarebbero stati pronti a scommettere che quell’avventura avrebbe dato il via ad uno dei business più fruttuosi della storia del gioco online. Blumer pensò Planet Poker (questa la sigla del suo portale dedicato al mitico Hold’Em di origine texana) in un’epoca in cui circolavano ancora i modem 56k e per connettersi bisognava aspettare i misteriosi brusii delle connessioni che anticipavano l’avvio di internet. Nonostante le barriere tecnologiche già allora i primi utenti rimanevano connessi per ore a giocare con altri internauti in partite virtuali senza soldi. L’affezione dell’utenza convinse Blumer nel 1998 ad aggiungere anche la possibilità di scommettere soldi reali e fu così che le fiches disegnate sul desktop diventarono valori reali e si dava il via ad un nuovo modo di pensare il poker. I puristi dell’Hold’Em, ovvero gli amanti dell’atmosfere da saloon e dei testa a testa all’ultimo sguardo, non capirono l’epocale cambiamento al quale l’industria del gioco d’azzardo andava incontro e continuarono a snobbare l’online che per la verità data la lentezza di internet faticò a decollare soprattutto nei primi tempi. Critiche dai puristi arrivarono anche per la mancanza di contatto visivo con gli avversari, un assenza di relazione dal vivo che di fatto nelle classiche partite online impedisce la lettura delle falle psichiche dell’avversario. Critiche comprensibili ma inutili sul piano della diffusione di popolarità del gioco che ben presto, grazie anche allo sviluppo della rete, divenne diffusissimo. Già nel 1999 comparve il primo competitor di Planet Poker, la sigla Paradise Poker che grazie a grafiche più smaliziate e soprattutto in virtù della migliore fluidità del gioco fu capace di monopolizzare il mercato fino ai primi anni del 2000 quando si assistette all’esplosione dei portali online e iniziarono ad uscire i brand del poker online tutt’ora più forti sul mercato.
Il picco di popolarità più rilevante di questa disciplina in Italia fu senz’altro il periodo a cavallo tra 2007 e 2012. Nel 2007 debuttava infatti su Italia 1 Poker1mania, il programma condotto dal giornalista Giacomo Valenti e dal giocatore professionista Luca Pagano che seguiva dal vivo i maggiori eventi mondiali di Poker e che di fatto convertì all’Hold’em migliaia di giovanissimi appassionati. Il programma fu in qualche maniera anche “propedeutico” alla prima partita di Hold’Em in modalità torneo giocata nel 2008 su un portale .it svoltasi sotto l’attenta supervisione di AAMS. In quello stesso periodo iniziavano a diffondersi sul web italiano le più importanti sigle del gioco digitale mentre in televisione professionisti, vip e neofiti s’incontravano per celebrare l’avvento dell’era dell’Hold’Em.
Sia del vivo che online la disciplina diventò sempre più evento mediatico e Phil Hellmuth e Dario Minieri, alcuni nomi altisonanti del poker all’epoca, vennero osannati come divi dello sport al pari dei calciatori.
Nel frattempo in molti hanno cercato di seguire le tracce dei grandi campioni del Poker, in pochi sono diventati professionisti e hanno fatto del gioco delle carte un’attività lucrativa e ancor meno hanno raggiunto le vette del professionismo sebbene anche ultimamente l’Italia abbia espresso giocatori capaci di agguantare il tavolo finale dei WSOP (si veda a titolo esemplificativo il recente exploit di Dario Sammartino).
Tornando a ragionare in termini di business, per valutare il peso di quest’industria sul territorio nazionale basti pensare che dal 2008 al 2017 gli italiani hanno speso oltre 1546 miliardi nelle piattaforme di poker online, un dato che spiega soltanto numericamente la passione nazionale per questa disciplina che atavicamente ha sempre fatto parte del nostro dna, almeno nella versione a cinque carte, basti pensare in campo cinematografico ad alcune pellicole cult come La rivincita di Natale e regalo di Natale di Pupi Avati o a Asso di Castellano e Pipolo. La lista delle influenze culturali del poker è senz’altro più estesa, tuttavia vale la pena notare come il gioco poker online, inteso come espressione digitale della disciplina, abbia avuto i suoi momenti di flessione e soprattutto durante lo scorso anno si sia potuto assistere ad una curva di decrescita ben marcata.
Nonostante ciò i dati dei primi mesi del 2020 hanno ridato coraggio al settore smentendo la tendenza al ribasso. Da gennaio ad aprile si sono registrati punte di aumento del 123% del volume di gioco, dato riscontrato in particolare nel mese di marzo che rispetto al 2019 ha movimentato un netto di 16,1 milioni di euro a fronte dei 7,2 del marzo del 2019.
La riscoperta del gioco online è destinata a protrarsi nel tempo in quanto le nuove generazioni preferiscono interagire attraverso Smartphone e Laptop invece che in circoli dal vivo dove pure l’esperienza di gioco resta elettrizzante. Gli evergreen del resto sono duri a morire e l’industria dell’online sta nel frattempo anche pensando ad un “lifting” avendo progettato nuovi modi per venire incontro ai gusti degli utenti più giovani. Ad esempio uno dei trend che va per la maggiore è quello dei casino live ovvero un tipo di partita dove i giocatori possono confrontarsi vedendo sul loro schermo l’immagine di un dealer reale ripreso dalla telecamere. Un modo di portare il casinò nel salotto di casa senza dover chiedere agli utenti di rinunciare al confort del proprio divano. I giocatori del resto sono ormai sempre più interconnessi e attraverso la realtà virtuale (alcuni colossi del settore si sono già cimentati con la nuova tecnologia) possono vedere i loro avversari attraverso i rispettivi avatar e in un futuro non troppo lontano si potranno forse anche leggere le espressioni degli altri giocatori seduti al tavolo (addio speranza di bluff senza essere visti).